Nel contesto della nostra sensibilizzazione con il progetto *Addio Randagismo*, emerge spesso una questione cruciale che merita attenzione: 

In Italia, soprattutto al Nord, gli adottanti si rifiutano di coprire i costi associati all’adozione di un cane. Questo comportamento è in netto contrasto con quanto accade in molti Paesi europei e negli Stati Uniti, dove adottare un cane comporta una quota da pagare, che copre parte delle spese sostenute dai rifugi per la cura dell’animale.

In nazioni come Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, adottare un cane da un canile richiede generalmente un contributo che varia dai 200 ai 400 euro (o dollari). Questo pagamento non è un “prezzo” per l’animale, ma serve a coprire parte delle spese sostenute dai rifugi per garantire la salute e il benessere del cane prima dell’adozione, tra cui:

👉Vaccinazioni

👉Microchip, necessario per l’identificazione

👉Test per malattie come leishmaniosi, erlichiosi e altre patologie comuni

👉Sterilizzazione

👉 Trattamenti medici ricevuti durante la permanenza nel rifugio

👉 Cibo e assistenza veterinaria continua

Questi costi garantiscono che il cane sia in salute al momento dell’adozione e rappresentano un aiuto cruciale per i rifugi, che devono continuare a curare e mantenere altri animali in difficoltà.

😭 Al Nord Italia, invece, molti adottanti non accettano di pagare per adottare un cane, il che crea un enorme problema per i rifugi e le associazioni. Questi centri spesso si trovano a dover coprire integralmente tutte le spese veterinarie e di gestione senza l’aiuto degli adottanti. In molti casi, gli adottanti rifiutano di pagare anche per esami fondamentali, come:

– Test per la leishmaniosi e l’erlichiosi

– Elettroforesi, un esame importante per monitorare la salute del cane

– La staffetta, ovvero il trasporto dell’animale dal rifugio al luogo di adozione

Questi esami sono cruciali per garantire che l’animale sia in buone condizioni, ma spesso vengono rifiutati o sottovalutati dagli adottanti. Questo atteggiamento ostacola il lavoro di sensibilizzazione e rende più difficile per i rifugi sostenere le proprie attività.

Al Sud Italia, la situazione è ancora più difficile. Le volontarie spesso fanno fatica a coprire le spese necessarie per la cura dei cani abbandonati e, molte volte, si ritrovano a pagare di tasca propria per esami veterinari, cibo, medicine e persino per le sterilizzazioni. Queste donne dedicano tempo, energie e risorse personali per salvare quanti più animali possibile, senza alcun sostegno economico adeguato.

Eppure, nonostante gli sforzi immani compiuti al Sud, gli adottanti del Nord, che potrebbero fare la differenza aiutando economicamente e moralmente, spesso sfruttano il lavoro delle volontarie, rifiutandosi di contribuire alle spese veterinarie e di trasporto. Invece di aiutare a sostenere questa difficile missione, pretendono che tutto sia fatto gratuitamente, mettendo ulteriormente in difficoltà chi già fa sacrifici enormi.

✅ Pagare per adottare un cane dovrebbe essere considerato non come un costo, ma come un contributo indispensabile per la salute del proprio nuovo compagno. I fondi richiesti dai rifugi all’estero non solo coprono le spese veterinarie necessarie, ma permettono anche a queste strutture di continuare il loro lavoro di accoglienza e salvataggio di animali randagi.

Inoltre, coprendo tali spese, l’adottante si assicura che il cane sia stato adeguatamente curato, vaccinato e preparato per l’inserimento in una nuova famiglia. Nei Paesi esteri, i cani adottati dai rifugi vengono rilasciati con tutte le attenzioni veterinarie già effettuate, riducendo così il rischio di problemi futuri.

🙏 Occorre sensibilizzare gli adottanti italiani sull’importanza di partecipare economicamente all’adozione. Non si tratta solo di portare a casa un cane, ma di prendersi la responsabilità della sua salute e del suo benessere a lungo termine. Quando un rifugio chiede un contributo economico, lo fa per poter continuare a offrire assistenza agli animali in difficoltà e non per trarne un profitto.

Il nostro progetto *Addio Randagismo* ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare su queste tematiche, e di promuovere una cultura dell’adozione consapevole e responsabile. Tuttavia, ci scontriamo anche con difficoltà che derivano da una gestione non ottimale da parte di volontari che, in alcuni casi, hanno compromesso l’immagine delle adozioni e delle strutture di accoglienza. L’obiettivo è cercare di riportare una visione più etica e trasparente, garantendo che il processo di adozione sia sostenibile e incentrato sul benessere degli animali.