Negli ultimi vent’anni, si è assistito a una crescita significativa dei casi di intolleranze alimentari, specialmente nei confronti del lattosio e del glutine, fenomeno che ha suscitato molte discussioni sia in ambito medico sia popolare. Parallelamente, le allergie alimentari continuano a occupare una posizione importante nel panorama delle reazioni avverse agli alimenti, con manifestazioni cliniche talvolta simili, il che contribuisce alla confusione tra intolleranze e allergie. In questo articolo, esploreremo le differenze tra le due condizioni, il ruolo dell’enzima lattasi nelle intolleranze al lattosio e le prospettive offerte dalla corretta alimentazione, ingetraione e gli oli essenziali, per la gestione di questi disturbi.
Differenza tra intolleranze e allergie alimentari
Innanzitutto conosciamo la differenza tra intolleranza alimentare e allergia, che sono spesso utilizzati come sinonimi nel linguaggio comune, ma in realtà si tratta di due fenomeni biologici molto diversi. L’intolleranza alimentare è tipicamente legata a un’incapacità dell’organismo di metabolizzare correttamente una sostanza a causa di un deficit enzimatico o un’assimilazione difficoltosa. Nell’intolleranza al lattosio, ad esempio, il corpo non produce abbastanza lattasi, l’enzima necessario per scomporre il lattosio, un disaccaride presente nel latte e nei latticini. La conseguente fermentazione batterica di questo zucchero non digerito nel colon provoca sintomi spiacevoli come gonfiore addominale, nausea e diarrea.
Al contrario, l’allergia coinvolge direttamente il sistema immunitario, che reagisce in modo aggressivo e a volte pericoloso contro una proteina o un altro componente percepito erroneamente come una minaccia. In una reazione allergica, il sistema immunitario rilascia istamine e altre sostanze chimiche che possono provocare una serie di sintomi, dai rash cutanei alle difficoltà respiratorie fino a un possibile shock anafilattico. A differenza dell’intolleranza, in caso di allergia, l’evitamento totale dell’alimento scatenante è essenziale per prevenire reazioni gravi.
Le intolleranze al lattosio: una reazione enzimatica
L’intolleranza al lattosio è una delle più comuni intolleranze alimentari e si stima che colpisca tra il 30 e il 50% della popolazione mondiale, con variazioni tra i gruppi etnici. La lattasi, enzima prodotto nell’intestino tenue, permette la digestione del lattosio scomponendolo in due zuccheri semplici: glucosio e galattosio. Tuttavia, in molti individui, la produzione di lattasi diminuisce con l’età, portando a un’incapacità di digerire correttamente il lattosio. Questo deficit provoca sintomi gastrointestinali simili a quelli di un’allergia, ma meno intensi.
L’intolleranza al lattosio è estremamente comune, e non è sorprendente che una percentuale significativa della popolazione mondiale – tra il 30% e il 70%, a seconda delle aree geografiche – ne soffra, consapevolmente o meno. Ma perché così tante persone manifestano difficoltà a digerire il latte?
Uno dei motivi principali risiede nell’evoluzione genetica. Nei primi millenni dell’evoluzione umana, il latte era consumato solo durante l’infanzia, perché la lattasi (l’enzima necessario per digerire il lattosio) si disattiva nell’età adulta.
Un altro aspetto è che molti individui non si rendono conto di soffrire di intolleranza al lattosio, poiché i sintomi – come gonfiore, diarrea o crampi addominali – possono essere scambiati per problemi digestivi generici. Anche il consumo sempre più diffuso di latte e derivati, presente in molti prodotti industriali, aumenta le possibilità di manifestare sintomi legati all’intolleranza, dato che il corpo deve processare lattosio in quantità a cui non è abituato.
Infine, esiste un altro elemento culturale: in molte parti del mondo, il latte è, erroneamente, considerato un alimento essenziale e sano, associato a proteine e calcio, e quindi difficile da eliminare completamente nell’idea delle persone, poichè il sistema vuole così dal dopo guerra. Di conseguenza, molte persone continuano a consumarlo, ignorando i sintomi o trovando alternative, come i latticini senza lattosio o latte vegetale, per poter mantenere i benefici nutrizionali del latte senza le spiacevoli conseguenze.
Il ruolo del glutine e la sensibilità non celiaca
Un altro tipo di intolleranza alimentare diffusa è quella al glutine, una proteina presente in grano, orzo e segale. Mentre la celiachia è una malattia autoimmune diagnosticabile con test specifici e che richiede una totale esclusione del glutine, la sensibilità al glutine non celiaca presenta sintomi simili (come gonfiore, stanchezza e disturbi digestivi) senza però danneggiare la mucosa intestinale. Questa condizione è ancora oggetto di studio per comprenderne le cause e i meccanismi, ma ha portato molte persone a eliminare il glutine dalla dieta, talvolta senza una diagnosi precisa.
Allergie e intolleranze: l’approccio della naturopatia
La naturopatia, che si basa su un approccio olistico alla salute, considera le intolleranze e le allergie come manifestazioni di squilibri complessivi nel corpo, piuttosto che problemi isolati. Secondo questa disciplina, intolleranze e allergie possono essere influenzate da vari fattori, tra cui lo stile di vita, l’alimentazione e lo stato di salute generale degli organi “emuntori” come il fegato e i reni, che agiscono come filtri del sangue. Un fegato sovraccarico o non in equilibrio, ad esempio, potrebbe facilitare l’insorgere di reazioni allergiche e intolleranze alimentari.
Secondo la medicina tradizionale cinese, la primavera è il periodo in cui il fegato raggiunge il suo picco energetico, e prepararsi adeguatamente durante i mesi invernali potrebbe aiutare l’organismo a contrastare eventuali raffreddori e reazioni allergiche tipiche del cambio di stagione. I naturopati suggeriscono spesso di seguire una dieta più equilibrata e priva di alimenti potenzialmente infiammatori, così come di ricorrere a erbe o rimedi naturali che possano supportare la funzionalità epatica e renale.
Gestione delle intolleranze e allergie nella vita quotidiana
La gestione delle intolleranze alimentari passa generalmente attraverso la riduzione o l’eliminazione degli alimenti responsabili. Per l’intolleranza al lattosio, ad esempio, una soluzione pratica può essere limitare l’assunzione di latte e latticini, consumandoli solo in piccole dosi e a bassa frequenza, o optare per alternative prive di lattosio. Per chi soffre di sensibilità al glutine, esistono numerosi prodotti senza glutine, anche se la loro assunzione dovrebbe essere effettuata solo in presenza di una chiara diagnosi per evitare squilibri nutrizionali.
Le allergie, invece, richiedono maggiore attenzione e una totale esclusione degli alimenti scatenanti. Nei casi più gravi, è necessario avere sempre con sé dispositivi come l’epinefrina autoiniettabile, che può salvare la vita in caso di shock anafilattico.