Riporto qui di seguito un articolo tratto da un blog che si occupa di coaching umanistico.

 

*****

La parola “creatività” è troppo spesso usata in riferimento a un campo ristretto di attività: a quelle artistiche e ad alcune professioni creative, come il pubblicitario e l’art director. Così è opinione comune che si tratti di una dote che hanno solo alcune persone, dunque applicabile solo a determinati campi. Niente di più sbagliato!

Partiamo da una definizione umanistica di creatività: è la facoltà di produrre idee nuove per migliorare la vita. Questa definizione può essere riformulata: la creatività si esprime nella capacità di cogliere rapporti nuovi tra cose e/o idee, accantonando vecchi schemi di pensiero o abitudini e applicando tali intuizioni concretamente al benessere proprio o altrui.

Si tratta di una forma d’intelligenza pratica che lo psicologo Martin Seligman preferisce definire con il termine di ingegnosità.

Chi è davvero molto creativo fa in modo non convenzionale o comunque insolito cose che gli altri fanno secondo le abitudini comuni.

Un po’ di creatività serve a tutti per vivere e crescere, dato che il benessere passa spesso per la capacità di ristrutturare il modo in cui vediamo le cose e agiamo nel mondo, in mezzo agli altri e con gli altri.

L’alternativa spesso è subire le soluzioni prefabbricate dal contesto, che alcune volte possono esserci congeniali ma altre no.

La creatività si allena come un muscolo. Premesso che un Coach può proporre diverse modalità di allenamento della creatività a seconda delle caratteristiche individuali, a livello generale gli step del processo creativo per affrontare una situazione-problema sono tre, come scrive lo psicologo e coach umanista Luca Stanchieri:

  1. Esplorazione: da iniziare in un momento in cui ci si può rilassare, è la fase in cui si mette a fuoco la situazione, la si studia da tutte le sue angolazioni, nei suoi presupposti, finché si elabora, anche solo vagamente, qualche intuizione;
  2. Elaborazione: è la fase in cui l’intuizione viene messa a fuoco nel dettaglio, studiandone i pro e i contro, prefigurando le possibili conseguenze della sua applicazione;
  3. Realizzazione: è la fase dell’azione, nella quale serve ancora creatività per calare nella concretezza della realtà quanto elaborato.

Il sociologo Domenico De Masi sottolinea come la creatività appartenga potenzialmente a tutti, a tutte le età. Potenzialmente significa che farla sbocciare è una questione di volontà.

*****

Mi sono permessa di pubblicare integralmente questo articolo poiché, in qualità di Responsabile delle Risorse Umane, Formatrice, Coach, nonché Insegnante di Yoga e Meditazione, per me è sempre stato fondamentale LO SVILUPPO DELLA PERSONA. 

Lo Sviluppo Personale (che poi si traduce anche in Professionale) è davvero tale quando parte dal presupposto di attingere a ciò che “già esiste” dentro ogni individuo. Senza insegnare o inventare nulla, ancor meno pensando (in buona fede) di “piantare semini” dentro le persone, sottovalutando così l’immenso ed infinito potenziale latente in ognuno. È invece auspicabile accompagnare gli individui a rendersi consapevoli (Mindful), che tutto è già presente e vi si può attingere in ogni momento (il principio del Coaching). 

Le antiche discipline partono dal presupposto che i semini (eredità dello spirito) siano già tutti presenti, che sta all’individuo, come sostiene Thích Nhất Hạnh, il grande maestro buddista zen di origine vietnamita: innaffiare quelli giusti e far seccare tutti gli altri. Come possiamo farlo? Attraverso la conoscenza innanzitutto di chi siamo, di come siamo fatti, di come rispondiamo agli impulsi e di come vorremmo essere per affrontare e vivere la vita al meglio delle nostre possibilità per contribuire al benessere di tutti gli esseri. 

Yoga: unione di corpo, mente e spirito. 

Il principio di base è che il fine non è lo Yoga in sé, ma è l’individuo con tutte le sue caratteristiche, aspirazioni, età, cultura, ambiente sociale. 

Lo Yoga che amo insegnare offre la possibilità di essere adattato alla persona e non il contrario. È un percorso che tende a pacificare la mente, a migliorare la salute psico-fisica, ad entrare in relazione con il respiro, ad offrire uno sguardo più profondo di consapevolezza in noi, a darci l’opportunità di contattare la nostra intimità, la nostra vera essenza.

Meditazione: “Colui che dimora ardentemente nel momento presente, che si impegna di continuo giorno e notte, è detto “colui che si diletta dell’unica cosa che conta”, è definito calmo e saggio (il Buddha).

La meditazione mira a coltivare un’attenzione intenzionale volta a riconoscere ciò che sorge nel momento presente: sensazioni fisiche, reazioni, stati d’animo, emozioni, ricordi, pensieri, immagini, fantasie. Essere consapevoli in ogni momento di quello che sta accadente dentro di noi attimo dopo attimo, senza giudizio, in modalità completamente equanime. 

Coaching Umanistico: accompagnamento a riconoscere il proprio potenziale latente. 

Essere consapevoli di ciò che accade dentro di sé per favorire il cambiamento e la trasformazione!

Karuna