Immaginate un mondo dove ogni boccone che mangiamo ha un peso, non solo sul nostro corpo, ma sull’intero pianeta. Ora, immaginate qualcuno che vi dice: “Se fossimo tutti vegani, non basterebbero due pianeti per sfamarci”. Una frase che sembra sensata, detta così, vero? Ma se scaviamo un po’ sotto la superficie, scopriremo che non solo è falsa, ma è l’esatto opposto della realtà.

La verità? Se fossimo tutti vegani, il 75% dei terreni agricoli sarebbe risparmiato. Sì, avete letto bene: tre quarti delle terre oggi usate per l’agricoltura potrebbero essere liberate, riducendo il nostro impatto ambientale in modo drastico.

Ma andiamo con ordine.

La grande bugia dei due pianeti

Oggi, gran parte dell’agricoltura mondiale non serve a nutrire noi esseri umani, ma gli animali. Pensateci: coltiviamo mais, soia e altri mangimi per allevare miliardi di animali, che a loro volta diventano carne, latte o uova. Tutto questo processo consuma risorse in modo inefficiente. Solo il 7% dei raccolti mondiali arriva direttamente sulle nostre tavole.

Un dato impressionante: l’80% delle terre agricole è dedicato all’allevamento, sia per ospitare gli animali, sia per coltivare il loro cibo. Questo significa che ogni bistecca, ogni fetta di formaggio o ogni uovo che consumiamo porta con sé un costo enorme: terra, acqua, energia, e, sì, anche deforestazione e perdita di biodiversità.

Ora immaginate un sistema diverso. In un mondo vegano, quelle stesse terre potrebbero essere utilizzate per coltivare cibo direttamente per noi. Un ettaro di terra può sfamare molte più persone con verdure, cereali o legumi, rispetto a quanto potrebbe fare con la carne.

Quindi, no, non servirebbero due pianeti. Al contrario, ne risparmieremmo uno.

E la vitamina B12? Sfatiamo un altro mito

Una delle critiche più comuni che si sentono rivolgere i vegani è questa: “Ma se la dieta vegana fosse così naturale, perché avete bisogno di integrare la vitamina B12?”. A prima vista, può sembrare un’osservazione ragionevole, ma rivela una comprensione superficiale del problema.

La vitamina B12 non è prodotta dagli animali. Non lo è mai stata. È prodotta da batteri presenti nel suolo e nell’acqua. In passato, sia gli esseri umani che gli animali assumevano B12 naturalmente attraverso il consumo di cibo non trattato e acqua di sorgente. Oggi, però, con l’agricoltura industriale, i pesticidi e le tecniche moderne di igienizzazione, queste fonti naturali sono praticamente scomparse.

Sapete cosa significa? Che anche gli animali allevati industrialmente non assumono più B12 naturalmente. Gli allevatori sono costretti a integrare la loro dieta con supplementi di B12. Quindi, quando mangiate carne o latticini, state semplicemente assumendo vitamina B12 di “seconda mano”, introdotta artificialmente nella catena alimentare.

In pratica, onnivori e vegani si trovano nella stessa situazione: viviamo in un mondo moderno dove integrare la vitamina B12 è normale, e questo non ha nulla di innaturale.

La questione degli integratori in generale

E non fermiamoci solo alla B12. Guardiamo il contesto più ampio: oggi il suolo, l’acqua e l’aria sono gravemente impoveriti. Sapete perché? Gli allevamenti intensivi sono responsabili del 30% dell’inquinamento delle risorse idriche mondiali e costituiscono una delle principali cause di deforestazione, desertificazione e perdita di nutrienti nel terreno.

Il risultato è che il cibo che mangiamo – sia vegetale che animale – è sempre meno ricco di vitamine e minerali rispetto al passato. L’acqua e l’aria sono inquinati, e il terreno è impoverito, proprio a causa di un sistema di produzione insostenibile dominato dagli allevamenti intensivi.

Invece di adottare pratiche agricole biologiche e rigenerative, molti continuano a comprare cibi industriali, che siano animali o vegetali, privi di sostanze nutritive essenziali. E poi? Si critica chi sceglie di integrare con coscienza, mentre si chiude un occhio su una dieta onnivora basata su cibi ultra-processati e poveri di nutrienti.

Quindi, chiediamoci: chi ha davvero bisogno di integrare? Chi segue una dieta a base vegetale, bilanciata e ricca di nutrienti, o chi consuma prodotti animali provenienti da allevamenti, alimentati a loro volta con integratori e mangimi di scarsa qualità?

La realtà degli integratori: chi ne ha davvero bisogno?

Gli integratori non sono altro che vitamine e minerali, e chi segue una dieta vegetale ben pianificata ne assume già in abbondanza attraverso frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Chi ha bisogno di integrare sono proprio coloro che non mangiano abbastanza di questi alimenti.

Inoltre, ricordiamo che chi consuma prodotti animali non si limita a contribuire all’inquinamento dell’ambiente: sostiene un sistema che priva il cibo delle sue qualità nutrizionali e avvelena le risorse naturali di tutti.

Quindi, la domanda è: chi sta davvero facendo scelte sostenibili e consapevoli per la salute e per il pianeta?

“L’uomo ha sempre mangiato carne”: davvero?

Un’altra frase che sento spesso è questa: “Ma dai, è nella nostra natura. L’uomo ha sempre mangiato carne!”. Davvero? Fermiamoci un attimo e guardiamo alla storia con un po’ più di attenzione.

Partiamo da un testo che molti considerano fondamentale: la Bibbia. Sapete cosa dice la Genesi? Che l’alimentazione originaria dell’uomo era a base di frutti e semi. Solo molto tempo dopo, in situazioni di estrema necessità, l’uomo ha iniziato a mangiare carne.

E non dimentichiamoci della storia più recente. Gli antichi gladiatori romani, simbolo di forza e resistenza fisica, seguivano una dieta a base vegetale. Sì, avete capito bene: niente carne, solo orzo, legumi, frutta secca. Perché? Perché i cibi vegetali fornivano loro l’energia e la resistenza necessarie per combattere.

Quindi, no, l’uomo non ha “sempre” mangiato carne. È un’abitudine che è diventata sistematica solo con lo sviluppo delle società industriali e degli allevamenti intensivi.

E l’agricoltura intensiva? Non è “colpa dei vegani”!

Un altro argomento spesso usato contro il veganismo è questo: “Eh, ma l’agricoltura intensiva distrugge il pianeta”. E sapete una cosa? È vero. Ma sapete qual è la causa principale dell’agricoltura intensiva? Il foraggio per gli animali.

Mais, soia, cereali: la maggior parte di queste coltivazioni non viene mangiata da noi, ma dagli animali negli allevamenti. Se riducessimo il consumo di carne e derivati, ridurremmo anche la necessità di queste colture su larga scala.

Una dieta vegana richiederebbe molte meno terre coltivate, meno pesticidi, meno fertilizzanti chimici. Insomma, non solo sarebbe più sostenibile, ma sarebbe anche una soluzione concreta ai problemi causati dall’agricoltura intensiva.

Chi è invece responsabile dell’esistenza degli allevanti e di tutti questo immane ciclo vizioso e dannoso? I vegani?

È giusta l’ora di cambiare prospettiva!

Se siete arrivati fino a qui, spero che abbiate capito una cosa fondamentale: i luoghi comuni sul veganismo non reggono di fronte ai fatti. Non servono due pianeti, non stiamo “forzando” la natura, e no, non c’è nulla di innaturale nell’essere vegani.

È il momento di andare oltre i pregiudizi e iniziare a guardare la realtà con occhi nuovi. Il cambiamento è possibile, e inizia da ciò che scegliamo di mettere nel piatto. Non è mai troppo tardi per fare una scelta consapevole, per gli animali, per il pianeta e, sì, anche per noi stessi.

Fatevi una domanda: voglio davvero continuare a credere a vecchi miti, o voglio essere parte di una soluzione?