Ma cosa sarà mai un sogno? Qualcosa di reale, uno stato della nostra mente o, ancora, un richiamo dell’anima, un’intuizione? Che differenza c`è poi tra un sogno e un’intuizione?
I sogni sono rappresentazioni mentali (Vasugupta)
Il concetto di sogno è tanto affascinante quanto complesso. Ma cosa sarà mai un sogno? È una realtà alternativa, uno stato particolare della nostra mente, o forse un richiamo dell’anima, un’intuizione che cerca di emergere? La linea che separa un sogno da un’intuizione può essere sottile, ma le differenze sono profonde.
I sogni, secondo la visione di Vasugupta, sono rappresentazioni mentali. Si tratta di immagini, idee o desideri che prendono forma nella nostra mente, spesso influenzati dalle circostanze esterne. I sogni possono riflettere mode, tendenze, e culture, oppure emergere come desideri passeggeri, plasmati dal contesto in cui viviamo. Essi hanno una connotazione temporanea, legata al presente, e possono essere fugaci, svanendo con il tempo, o, al contrario, diventare ossessioni che ci accompagnano per anni.
A volte, i sogni restano impressi nella mente come un tatuaggio, riaffiorando continuamente nei nostri pensieri, quasi tormentandoci. Possono persino interferire con il nostro riposo, alimentando un’ansia costante. Quando ci si aggrappa a un sogno con troppa forza, si può rischiare di perdere di vista la realtà, di inseguirlo a tutti i costi senza considerare le conseguenze. In queste situazioni, il sogno diventa un’illusione pericolosa, che offusca la mente e ci distoglie dal vero significato delle cose.
L’intuizione, invece, ha una natura diversa. Non è influenzata dalle mode o dai desideri del momento, ma è una voce interiore, un messaggio profondo e costante che emerge dall’anima. L’intuizione non cambia nel tempo, non è soggetta alle fluttuazioni delle circostanze esterne. È un richiamo silenzioso che, se ascoltato, può guidarci verso scelte più autentiche e significative, portandoci in armonia con la nostra vera essenza.
In sintesi, mentre i sogni possono essere fugaci e legati al presente, l’intuizione è duratura e radicata nel profondo di noi stessi. Riconoscere questa differenza è fondamentale per non lasciarsi sopraffare dai desideri effimeri e per seguire, invece, quella guida interiore che può condurci verso una vita più piena e consapevole.
Gli antichi insegnamenti, specialmente quelli orientali, sono chiari su questo punto: ognuno di noi è pienamente responsabile della propria vita. L’intuizione, quindi, è un dono che ci viene offerto, ma sta a noi decidere se accoglierlo e come integrarlo nel nostro cammino.
Per quanto mi riguarda, uno dei miei richiami interiori è sempre stato il desiderio di scrivere. Sin dalla giovane età sentivo questo impulso, un bisogno che mi accompagnava nel tempo. Ricordo chiaramente quando, molti anni fa, qualcuno mi disse che un giorno avrei scritto un libro. Non si trattava di un libro qualunque, ma di un’opera completamente diversa da ciò che immaginavo in quel momento. Quella prospettiva mi riempì di gioia, poiché sentivo che il mio sogno, a lungo coltivato, si sarebbe infine realizzato.
Questa intuizione ha preso forma attraverso molte esperienze, tra cui la corrispondenza con un caro amico del cuore. Insieme scrivevamo lunghe lettere, piccoli romanzi a puntate che alimentavano la mia passione per la scrittura.
Oggi, questo blog rappresenta la realizzazione di uno dei tanti messaggi che la mia anima mi ha inviato nel corso degli anni. È un tributo a quel richiamo interiore che, nonostante il tempo e le distrazioni, è rimasto vivo dentro di me. E forse, come mi fu predetto, un giorno queste parole prenderanno forma in un libro, un’opera che sarà il frutto della mia crescita interiore e della mia capacità di ascoltare l’intuizione.
Da qualche parte nella mia cantina giace una valigetta in vimini che un giorno fu una mia borsetta “trendy”, piena di lunghe lettere. Inoltre, in giro per casa, ho ancora molti diari, lettere mai inviate e quant’altro. Sfogavo le mie emozioni con la penna, già ai tempi si scriveva e cancellare era particolarmente difficile, oppure bisognava strappare le pagine. Per lo più scrivevo di getto e lasciavo la traccia sui fogli. Scrivere è sempre stato molto importante per me, anche oggi mi trovo a scrivere molto, e preferisco la scrittura alla telefonata, infatti ogni tanto mi viene un po’ rimproverato. Mi piace, a questo proposito, la frase “esaminate ogni cosa e trattenete ciò che è buono” di Paolo di Tarso, proposta nella prima pagina del profondo libro di Enzo Quarto “La Comunicazione è Relazione” (Gelsorosso, 2016):
Ritengo che la scrittura, in un primo momento, permetta di esprimere ciò che passa per la mente e poi rileggendo, si possono apportare le dovute correzioni utilizzando un linguaggio adeguato, positivo, esente da giudizi, con un’espressione più serena, evitando gli stati emotivi, le reazioni, per trasmettere-comunicare, mettendo in relazione un’idea o un concetto.
Nella mia cantina, tra oggetti dimenticati, giace una valigetta in vimini che un tempo era la mia borsetta “trendy”. Questa borsetta, ora polverosa e nascosta, contiene lunghe lettere che ho scritto nel corso degli anni. Inoltre, sparse per casa, ci sono molti diari, lettere mai inviate e altri ricordi scritti. La scrittura è stata il mio modo di sfogare le emozioni; già ai tempi, quando scrivevo, cancellare era complicato: bisognava strappare le pagine o ricominciare da capo. Di solito, scrivevo di getto, lasciando che i miei pensieri prendessero forma sui fogli senza troppe revisioni.
Scrivere è sempre stato importante per me, una necessità più che un semplice hobby. Anche oggi, mi ritrovo a scrivere molto, preferendo spesso la scrittura alle telefonate, cosa che a volte mi viene rimproverata. Ma c’è qualcosa di unico nel mettere i pensieri su carta: un processo che mi permette di riflettere, di esaminare ogni cosa e trattenere ciò che è buono, come suggerisce Paolo di Tarso. Questa frase, che ho trovato nella prima pagina del libro “La Comunicazione è Relazione” di Enzo Quarto, mi ha sempre colpito profondamente.
Credo che la scrittura offra un doppio vantaggio: inizialmente, consente di esprimere liberamente ciò che si ha in mente, senza filtri o censure. Poi, rileggendo, si ha la possibilità di affinare il messaggio, di apportare le correzioni necessarie, scegliendo con cura le parole, utilizzando un linguaggio adeguato e positivo. Questo processo permette di comunicare le proprie idee o concetti in modo più sereno e consapevole, evitando le reazioni emotive immediate. La scrittura diventa così uno strumento di relazione, capace di trasmettere pensieri e sentimenti con chiarezza e profondità.
Questa preferenza per la scrittura non è solo una questione di stile, ma di sostanza: mi permette di costruire e consolidare relazioni attraverso una comunicazione ponderata e riflessiva, che supera l’istintività delle parole dette a voce. È un modo per creare un legame più profondo, basato sulla comprensione e sul rispetto delle idee altrui.